La Nove Colli vista da dentro

Si è svolta il 19 Maggio la 53° edizione della più famosa (per numero di partecipanti) Gran Fondo Italiana.
Dato che 3 nostri atleti, con 2 amici, hanno partecipato alla bella manifestazione, ho chiesto ad uno di loro, Piero Cordano (fra l’altro autore del libro 2 Ruote 1 Passione Strepitosa” L’amicizia “sui pedali” nei gruppi sportivi cicloamatoriali), di narrarcene le gesta e lui ha ben volentieri accolto il mio invito, di questo lo ringraziamo tutti, vi lascio all’interessante lettura:

NOVECOLLI 2024 E’ venerdì 17, data infausta per antonomasia si dirà, ma in questo mese di Maggio 2024 è il giorno in cui io, il nederlandese Pierluigi Fava e l’intrepido Roberto Specchia in rappresentanza della Geo Davidson, unitamente al galoppante Fabio Zerega e all’indistruttibile Marco Santini che in molti conoscono, siamo in partenza per la Romagna: la NOVECOLLI ci attende!

da sin. Pierluigi, Marco, Roberto, Piero e Fabio in griglia di partenza

Il viaggio fila liscio, il traffico è accettabile e durante il pranzo che consumiamo in una trattoria per camionisti nei pressi di Bologna, oltre alle fettuccine e al tiramisù si inizia ad assaporare anche il piacere della trasferta e della condivisione di una grande passione con gli amici.

Nel primissimo pomeriggio arriviamo a Gatteo, dove abbiamo prenotato l’albergo. Sistemiamo i bagagli in camera, indossiamo con frenetica curiosità le magliette della 53ma edizione della NOVECOLLI e poi usciamo per una breve sgambata, per “marcare il territorio” e prendere confidenza con le strade e l’atmosfera di questo “evento”. (continua)

Più tardi tutti al Village a lustrarci gli occhi con meravigliose (e costosissime!) biciclette, accessori e componenti di ogni tipo e bellissimi capi di abbigliamento tecnico, sospinti dalla marea di una folla di appassionati come noi alla ricerca dell’affare, dell’articolo esclusivo o anche semplicemente di qualche bella fanciulla da adocchiare.

Il sabato mattina dormiamo un po’ di più e ci godiamo una abbondante colazione prima di fare un’altra pedalata lungo la riviera romagnola, utile anche per capire come raggiungere le griglie ora che, a differenza di quanto accadeva anni addietro, la partenza è stata spostata sul lungomare.

Pomeriggio nuovamente al Village e un po’ in giro a “cazzeggiare” (tanto per utilizzare volutamente un termine non troppo tecnico ma assolutamente comprensibile) prima del rientro in albergo per la cena. Più tardi in camera è il momento di attaccare i numeri di gara alle bici e alla divisa, di preparare gel, barrette ed integratori nella speranza di azzeccare la sequenza che possa esaltare le loro proprietà energetiche e rigeneranti fino a farle diventare miracolose. Anche se non sembra, la tensione per il giorno dopo inizia a farsi sentire ed è probabilmente a causa delle tonnellate di adrenalina che inconsciamente produco, che mi risulta pressoché impossibile dormire e riposare come invece sarebbe giusto. Alla 01.15 non ho ancora chiuso occhio, e alle 03.55 quando l’odiosissima suoneria del cellulare ci avverte che è ora di alzarci, mi coglie lo sconforto: mi sento uno straccio. Ho dormito pochissimo e male, ma anche gli altri fanno fatica a destarsi. E’ dura per tutti!

E così iniziamo a prepararci per la giornata e per la colazione, che oggi deve assolutamente essere robusta ed iperenergetica.

Io resto un attimo indeciso, dubbioso se tornare a letto o fare la Granfondo, scegliendo infine di andare a pedalare insieme ai miei amici e ad altre migliaia di “pazzi furiosi”, insonni e amanti delle due ruote. Fortunatamente i nostri timori per il tempo e per il rischio di qualche pioggia si rivelano infondati e durante l’attesa nelle griglie di partenza possiamo invece godere di un cielo sgombro da nubi e di una temperatura tutto sommato gradevole, considerando che il sole non ha ancora dispiegato tutti suoi raggi.

Siamo decisi e determinati, non troppo ma quanto basta. Fabio detto Cavallo Pazzo ci ossessiona da mesi con la sua “preparazione”, “costringendoci” ad allenamenti con salite e dislivelli in prospettiva NOVECOLLI, o sottoponendoci ad impegnative “tirate” in Fontanabuona. Lui è iperallenato e farà il Medio “a bombazza”. Roberto è pronto a scattare come una molla al via. Lui si esalta nelle partenze “a freddo” e farà tutti i primi 30 km in pianura cazzuto come un ornitorinco in amore e tentando di restare aggrappato al gruppo dei migliori. Marco è la nostra “roccia” e chi lo conosce bene, sa che si è fratturato la rotula poco più di 2 mesi orsono per cui l’esser qui con noi, oggi, è da considerarsi alla stregua di un miracolo. L’allenamento è scarso, ma controbilanciato da quantità industriali di arnica, ghiaccio e antinfiammatori in generale, quanto basta – lui spera – per riuscire a fare il Medio (ma non ho dubbi in proposito). E’ qui, a fianco a me, pronto con la sua Cipollini bianca e nera che monta un 53/39 x 11/25, rapporti ideali per fare la NOVECOLLI nelle sue condizioni! Pierluigi, visto il suo fisico da passista-scalatore e la “gamba” che ha anche quando è poco allenato, viene da noi considerato l’olandese del gruppo: lui – e chi se non lui! – farà il lungo. E poi ci sono io. Io voglio semplicemente arrivare in fondo, conto di fermarmi a quasi tutti i ristori e farò la corsa tranquillamente, al mio passo. Non ho dormito una ceppa di minkia, sono di umore nero e stamattina – anche se può sembrare impossibile – sono certo di essere ancora più antipatico del solito!

Infine si parte! Passiamo sotto l’arco del Traguardo che rivedremo solo più tardi, dopo molti chilometri e tanti metri di dislivello, e all’inizio transitiamo lungo alcuni tratti di strada diversi da quelli delle edizioni precedenti, per poi tornare sul tracciato originario e percorrere i “soliti” 30 km iniziali ad andatura molto elevata, tentando di restare in gruppo, sfruttando le scie in mezzo a raffiche di ciclisti che sfrecciano col coltello fra i denti e ti sorpassano a 50 km/h. Io lascio andare i miei compagni d’avventura e me la prendo comoda, pedalando con altre migliaia di appassionati in questa pianura oggi immersa in una nebbia diafana, calata a stendere una coltre non fittissima ma avvolgente e ovattata sui colori della campagna romagnola, in un grigiore a perdita d’occhio che condensa sul casco e sugli occhiali grossi goccioloni di una fastidiosa umidità.

Bisogna attendere di salire a Bertinoro perché la nebbia, col sole che ora è più alto sull’orizzonte, si diradi definitivamente.

Al primo ristoro dopo il Polenta trovo Marco ad attendermi, leggermente in apprensione per il suo ginocchio e convinto che in compagnia – e al mio ritmo – sia per lui più facile portare a casa la pellaccia e al termine la Granfondo.

Si inizia a faticare e poi si continua a Pieve di Rivoschio e sul Ciola, fino al famigerato Barbotto, spauracchio che per molti incarna la vera sfida della NOVECOLLI. Quel suo ultimo chilometro, dove la pendenza massima raggiunge il 18%, anche oggi si trasforma in una sorta di Via Crucis per tantissimi ciclisti che, a piedi, affranti dalla fatica, si fermano ai lati della strada o spingono le loro costosissime e leggerissime bici su per questa odiosissima erta.

Un breve inciso: con la rotula “fresca” di frattura, Marco ha scalato il Barbotto spingendo un “generoso” 39×25. Non posso saperlo con certezza perché era poco dietro a me, ma credo che il suo sensore di cadenza si sia suicidato per scarsità di dati! L’agilità, come noi ben sappiamo, è notoriamente il suo marchio di fabbrica, uno dei tratti distintivi di Marco!

Gli altri sono più avanti di noi, e Pierluigi dopo il Barbotto ha svoltato prendendo la deviazione per il percorso Lungo.

La recente disastrosa alluvione ha inferto a questo territorio ferite profonde e non ancora del tutto sanate. Si incontrano tratti stradali transennati, un ponte crollato e si notano diversi costoni ai lati della strada, ripristinati dopo importanti eventi franosi. Per questi motivi il percorso del Lungo dalla nostra ultima partecipazione nel 2021 è un po’ cambiato e dopo l’infame Barbotto, Pierluigi andrà giù alla Ville di Montetiffi prima di salire una rampa ed imboccare la salita al Perticara vera e propria; indi scalerà il Pugliano, dal quale scenderà per poi salire (ancora!) al Passo delle Siepi prima dell’ultimo colle, che non è più il Gorolo ma il Sogliano.

Il tratto finale del Lungo è comune al Medio, ora con i 18 tornanti della bella discesa della Cioca e poi con l’avvicinamento a Cesenatico lungo il corso del Rubicone. A una decina di chilometri dall’arrivo è tutto un susseguirsi di rotatorie e si incontrano anche un paio di cavalcavia che i nostri poveri garretti soffrono come fossero il Mortirolo e lo Zoncolan. Io e Marco, che “tiriamo” fino all’arrivo un ciclista di Bordighera che ci implora di andare un pochino più piano affermando di avere i crampi anche nei capelli, tagliamo insieme il traguardo sul lungomare, circondati da una folla festosa e appassionata e producendoci in una patetica “accelerata” che è indegno anche solo provare a chiamare sprint. Stanchi ma felici riceviamo le agognate medaglie da avvenenti fanciulle, probabilmente ologrammi creati con l’Intelligenza Artificiale e che durante gli altri 364 giorni dell’anno …. non esistono, perché è impossibile vederne in giro di così … “belle”!

Raggiungiamo Fabio e Roberto già arrivati da un po’, divoriamo con loro un piatto di lasagne che fanculo gel, barrette e integratori e restiamo in attesa di Pierluigi che si presenta un po’ più tardi, stanco ma non eccessivamente “provato”, pur affermando di essere stato prossimo ai crampi negli ultimi chilometri.

Il post gara e la cena sono i momenti in cui le emozioni sedimentano, la tensione della mattina è ormai solo un ricordo e ci si abbandona a qualche sana facezia e risata in compagnia, tentando di fare le prime considerazioni sulla giornata. Noi siamo tutti soddisfatti e abbiamo verificato come le modifiche al percorso originario abbiano un pochino allungato il Medio, che arriva a circa 136 – 138 km, mentre il Lungo risulta leggermente accorciato e si “riduce” a circa 190.

Assodato che c’erano meno partecipanti del solito, erano sempre e comunque tanti gli appassionati provenienti da “dovunque” (in hotel con noi ci sono un nutrito gruppo di Svedesi e i soliti immancabili Tedeschi) e abbiamo visto un sacco di ragazze e di donne spingere “cazzute” sui pedali, spesso con un piglio ed una efficacia “maschili” (forse non sembra e magari non si capisce, ma questo vorrebbe essere un complimento!).

La NOVECOLLI è certamente una manifestazione sportiva, però c’è la consapevolezza di come per noi cicloamatori – o almeno, per quelli come me, Fabio, Marco, Pierluigi e Roberto – questa esperienza abbracci anche interessi e ambiti differenti.

Abbiamo fatto una pedalata impegnativa, ci siamo misurati con un dislivello importante e abbiamo prima di tutto vinto la sfida con noi stessi, ma abbiamo anche trascorso più di 3 giorni insieme a condividere la nostra passione, a ridere e a scherzare tra di noi dimenticando o provando a esorcizzare per un breve tempo il lavoro, i problemi e le scocciature che la vita ci propone quotidianamente. Credo che sotto l’aspetto puramente sportivo, la nostra partecipazione alla NOVECOLLI 2024 sia stata assolutamente in linea con le aspettative. Su STRAVA è anche venuto fuori qualche PR e per qualcuno la media poteva forse essere più elevata, ma nel nostro palmarès oltre alla medaglia consegnataci da una incantevole fanciulla, possiamo anche annoverare il grande piacere di essere stati insieme, e questo non è poco. Inoltre – ed è con malcelato orgoglio che lo rendiamo pubblico – siamo quasi certi di aver portato la Geo Davidson in zona podio per quanto concerne la speciale classifica “parallela” relativa al numero di birre tracannate durante la manifestazione. Sì, lo so che i ciclisti “veri” dovrebbero astenersi, ma noi che non ci prendiamo troppo sul serio, nel caso ne incontrassimo uno siamo più che certi di riuscire – dissimulando –  a convincerlo che “trattavasi di tisane proteiche al luppolo”!

Lunedì mattina. Verso le 7 due lunghi tuoni squarciano il fosco cielo di Cesenatico, mentre inizia a cadere una scrosciante e rumorosa pioggia a goccioloni. Meglio oggi che ieri!

La NOVECOLLI è finita, lasciamo la Romagna e facciamo buona parte del viaggio di ritorno sotto l’acqua; pare peraltro che le previsioni per la settimana non siano un granché, motivo per cui saremo forse costretti a rinunciare a pedalare per qualche giorno … Forse è anche meglio così, vorrà dire che ci riposeremo un po’. Io sento di averne proprio bisogno.

Mentre sto scrivendo queste poche righe, vedo sul Sito Ufficiale della NOVECOLLI che mancano 361 giorni, 13 ore, 8 minuti e 26 secondi alla prossima edizione, la 54ma, che si terrà il 18 Maggio 2025.

Chissà, magari ci faremo un pensierino …!